L’Unione Europea ha tracciato, con il Green Deal, un percorso chiaro verso la transizione ecologica, riservando ingenti risorse affinché tutti i paesi dell’Unione riescano a stare al passo. Secondo l’edizione 2021 del Rapporto GreenItaly, infatti, le imprese che si impegnano nella green economy sono più salde nei momenti di crisi, esportano meglio ed innovano di più. Ed anche i consumatori premiano le imprese più virtuose a livello ambientale: secondo alcuni studi circa la metà di essi preferisce l’acquisto di prodotti da aziende attente ai bisogni del pianeta.
Negli ultimi anni abbiamo osservato come le aziende che non integrano la sostenibilità nel proprio modello di business vadano incontro ad una progressiva perdita di competitività, all’esclusione dai finanziamenti pubblici e privati e all’aumento dei costi e della tassazione. Viceversa, le aziende che hanno intrapreso un percorso di sostenibilità hanno sperimentato una riduzione complessiva dei costi grazie ad una maggiore circolarità della produzione e alla creazione di una filiera sostenibile con i propri fornitori, un accesso agevolato a finanziamenti di vario genere e un aumento della propria competitività e brand reputation, così come del numero di clienti.
Non sembrano dunque esserci dubbi sui vantaggi a cui va incontro un’azienda che sceglie di intraprendere un percorso per la sostenibilità, ma che cosa serve e quali sono i primi passi da muovere per progettare il cambiamento?
Molte aziende, soprattutto le PMI, credono ancora che la transizione ecologica sia un processo difficile, tortuoso e molto costoso. Molti non sanno, però, che si può iniziare da piccoli passi semplicemente ripensando alcuni step delle proprie attività, come ad esempio:
Tuttavia, per individuare le azioni più adatte a ciascuna azienda è necessario mettere in moto un processo di analisi con il coinvolgimento di tutti i dipartimenti aziendali: per decidere dove si vuole andare è necessario capire da dove si parte.
Per farlo è necessario valutare le performance dell’azienda sui temi ambientali, sociali e di governance (ESG) più rilevanti per il contesto di riferimento, una sorta di fotografia dello stato dell’arte per capire meglio in che direzione muoversi.
Questa fotografia dell’impresa consente di individuare i punti di forza e le aree di miglioramento della catena del valore aziendale. Successivamente si dovrà passare ad analizzare le buone pratiche e le esperienze già maturate nel settore di riferimento in modo da poter sviluppare un benchmark da cui partire. Solo a questo punto sarà possibile progettare il cambiamento vero e proprio gettando le basi per l’ideazione di un piano strategico integrato verso la sostenibilità dell’azienda.
Fino a che punto un’azienda può essere in grado di gestire autonomamente il processo di analisi delle componenti ambientali e sociali della propria attività e definire un piano strategico di miglioramento?
Un percorso di sostenibilità può essere tanto più virtuoso tanto più se, nell’intraprenderlo, ci si affida a chi possiede già un’ampia esperienza nell’universo sostenibilità. In AzzeroCO2, abbiamo diversi specialisti in sostenibilità e da anni accompagniamo le aziende che si rivolgono a noi verso la piena consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente e le aiutiamo a tracciare un percorso trasparente verso l’innovazione sostenibile dei propri prodotti, servizi e processi.
Ecco come lo facciamo:
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