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“Stop the Clock”: via libera alla pausa sulla CSRD per ridurre gli oneri normativi

18 Aprile, 2025

Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera definitivo alla direttiva “Stop-the-clock” della Commissione UE, posticipando l’applicazione di alcuni obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità aziendale e di due diligence (CSDDD).

L’iniziativa fa parte del pacchetto normativo Omnibus, adottato a fine febbraio 2025 con la volontà di congelare temporaneamente alcune scadenze, consentendo alle imprese di concentrarsi sull’implementazione iniziale degli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) già in vigore.

 

Punti principali della proposta

  • slitta di due anni l’entrata in vigore degli obblighi della Direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale (CSRD) per le grandi imprese che non hanno ancora iniziato a presentare la propria informativa, nonché per le PMI quotate
  • slitta di un anno il termine di recepimento e la prima fase di applicazione (che riguarda le imprese di maggiori dimensioni) della Direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale (CSDDD).

 

Motivazioni tecniche e obiettivi

La Commissione ha giustificato la proposta con la necessità di:

  • Ridurre la complessità regolatoria in un contesto di forte pressione normativa e inflazione dei costi;
  • Consentire alle imprese di implementare in modo efficace gli standard generali, prima di introdurre requisiti settoriali più granulari;
  • Allineare meglio i futuri ESRS con le evoluzioni degli standard internazionali (ISSB, GRI), rafforzando la coerenza globale del reporting di sostenibilità.

 

Cosa significa per le aziende

Per le imprese già soggette alla CSRD, il quadro normativo immediato non cambia: la prima rendicontazione secondo gli ESRS generali è confermata per l’esercizio 2024. Tuttavia, il rinvio degli standard settoriali rappresenta un’opportunità per:

  • Concentrarsi sull’implementazione solida degli ESRS generali, senza dover affrontare nel breve termine ulteriori livelli di dettaglio settoriale;
  • Pianificare con maggiore gradualità l’ampliamento del perimetro di rendicontazione, tenendo conto dei futuri standard settoriali e delle attività extra-UE eventualmente rilevanti;
  • Ottimizzare i sistemi di raccolta dati ESG, anticipando le richieste che emergeranno con l’adozione dei nuovi standard nel 2026.

 

In un contesto normativo in continua evoluzione, è fondamentale per le aziende impostare fin da ora processi di rendicontazione robusti, flessibili e scalabili, in grado di adattarsi ai futuri aggiornamenti.

 

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Il nostro team supporta le imprese in tutte le fasi di adeguamento alla CSRD: dall’analisi del gap iniziale alla predisposizione dei contenuti ESG, fino alla governance dei dati e alla coerenza con i framework internazionali.

 

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