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Ambiente e diritti umani nelle imprese: cosa prevede la CSDDD

10 Ottobre, 2024

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) metterà le aziende nella condizione di istituire solidi sistemi di gestione del rischio per identificare, prevenire e gestire i rischi prioritari legati ai diritti umani e all’ambiente durante le loro operazioni, quelle delle loro filiali e dei partner commerciali.

 

Cosa prevede la Direttiva CSDDD

Dopo anni di negoziati il 24 maggio scorso il Consiglio dell’Unione Europea ha dato l’approvazione definitiva alla Corporate Responsability Due Diligence Directive – CSDDD (o anche CS3D), creando una responsabilità legale per le aziende in relazione alle violazioni dei diritti umani e ambientali.

 

Da un lato, la Direttiva CSDDD richiede di valutare lo stato attuale, prevenire, eliminare o almeno ridurre tutti gli impatti negativi, effettivi e potenziali, in questi due ambiti. Dall’altro lato, introduce l’obbligo per le imprese di dotarsi di un piano industriale di transizione compatibile con il limite di 1,5°C di aumento della temperatura media del Pianeta rispetto ai livelli preindustriali, come previsto dagli Accordi sul clima di Parigi.

 

Quando entrerà in vigore?

La direttiva verrà introdotta gradualmente nell’arco di cinque anni e si applicherà in base alle dimensioni delle aziende secondo questa divisione:

  • 3 anni dall’entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato
  • 4 anni dall’entrata in vigore per le imprese con più di 3.000 dipendenti e 900 milioni di euro di fatturato
  • 5 anni dall’entrata in vigore per le imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato

 

Oggetto della Direttiva sono anche le attività delle loro filiali e quelle dei loro partner commerciali.

Le microimprese e le PMI non sono coperte dalle norme proposte. Tuttavia, la Direttiva prevede misure di sostegno e di tutela per le PMI, che potrebbero essere indirettamente colpite in quanto partner commerciali nelle catene del valore.

 

Cosa dovranno fare le aziende?

  • Integrazione della due diligence nelle politiche e nei sistemi di gestione del rischio
  • Identificazione e valutazione degli impatti negativi effettivi o potenziali derivanti dalle proprie operazioni o da quelle delle società collegate alle loro catene di attività
  • Prevenzione e mitigazione degli impatti negativi potenziali e riduzione o cessazione degli impatti negativi effettivi
  • Coinvolgimento significativo delle parti interessate
  • Istituzione e mantenimento di una procedura di reclamo in caso soggetti terzi nutrano legittime preoccupazioni in merito agli impatti negativi effettivi o potenziali
  • Monitoraggio dell’efficacia della propria politica e delle proprie misure di dovuta diligenza
  • Rendicontazione circa il dovere di diligenza

 

E in caso di mancato adempimento?

Le autorità di tutti gli Stati membri dell’UE saranno responsabili del monitoraggio del rispetto delle norme e dell’applicazione di sanzioni, comprese multe basate su una percentuale del fatturato annuo dell’azienda, in caso di non conformità.

 

La CSDDD prevede un pieno risarcimento da parte delle aziende che violino gli obblighi previsti dalla direttiva e saranno ritenute legalmente responsabili dei danni che la mancata adozione delle misure appropriate ha comportato.

  

CS3D | CSRD

I requisiti di rendicontazione dei piani di transizione climatica del CSDDD sono allineati ai requisiti della CSRD, la Corporate Sustainability Reporting Directive, garantendo così che le aziende rientranti nell’applicazione di entrambe le direttive non debbano effettuare una doppia segnalazione.

 

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